Quinto Alvaro Zignani

Zignani Quinto Alvaro, minatore, ci fornisce la toccante testimonianza orale di un incidente avvenuto nella miniera del Paladino nel novembre 1927, dove trovava la morte suo padre Ugo, sorvegliante.“Mio padre, nato nel 1885, ha lavorato nella miniera di Formignano per venti anni e sino al 1922, quando questa venne momentaneamente chiusa, dovette emigrare in Belgio, per sostenere la numerosa famiglia, impiegandosi in una miniera di carbone, a Chatelet, ove rimase per 17 mesi. Ritornò in Italia nel 1924 iniziando a lavorare a Valdinoce nella miniera “La Rossa” e poi in quella del “Paladino” come “caporale” (sorvegliante); anch’io nel novembre del 1924, a 15 anni, fui assunto come careggiatore alla “La Rossa”. Quando fui avvisato dell’incidente, occorso a mio padre, mi precipitai dal cantiere “La Rossa”, distante circa 2 km., al “Paladino” e lo trovai agonizzante, bruciato in varie parti del corpo; ricordo che la pelle delle braccia colava per terra. Morì dopo 11 giorni d’agonia, i due operai che erano con lui, addetti ad ispezionare un condotto per l’aerazione della galleria, si salvarono in quanto fu mio padre ad avventurarsi con un lume a petrolio nel cunicolo rimanendo avvolto dalle fiamme del gas-grisou. La società “Zolfi” liquidò con un esborso ai figli minorenni in ragione dell’età: pi bassa era maggiore risultava l’importo accordato, infatti mia sorella Nerina, la pi piccola, ebbe c.a. 16.000 lire, io che avevo compiuto da poco i 18 anni persi ogni diritto.”