Miniera di Montevecchio

MONTEVECCHIO (in Comune di Cesena)

L’ubicazione del giacimento era molto vicino al fiume Savio e di fronte alla borgata Gallo di Borello. Le prime escavazioni iniziavano nel 1855 nei terreni acquistati da Giovanni Zazzeri e Natale Dellamore, commerciante di Cesena e personaggio fra i più importanti dell’industria zolfifera romagnola del secolo scorso, in parrocchia di Montevecchio e dove s’erano notati affioramenti superficiali di zolfo.
La lavorazione continuava sino ai primi del 1861, quando il Dellamore cedeva la sua parte a Lodovico Ortalli Laurent di Parma, che rimaneva in società con il Zazzeri per un quinquennio. Nel dicembre 1872, la miniera era in mano a Zazzeri Raimondo ( fu bibliotecario alla Malatestiana di Cesena e pubblicò nel 1887 il catalogo dei codici ivi esistenti, nonché una preziosa Storia di Cesena) e sindaci del fallimento Laurent, che cedevano le loro quote o carati a Pietro Moreschini, furono Alessandro Albertarelli, Giuseppe Baravelli e Natale Dellamore; quest’ultimi costituivano poi una società in partecipazione.

I diritti di coltivazione s’estendevano su una superficie di 300 ettari e la miniera era formata da due impianti diversi, situati l’uno al piano del fiume Savio e l’altro nella località detta “Caminelli”. Dettagliate notizie ci derivano dall’ing. Emilio Sostegni, in data 14 luglio 1874 e mettono in luce la situazione della miniera ed i relativi costi di gestione. La produzione non toccava mai punte elevate, quella massima veniva raggiunta nel 1927 con 547 tonn. di zolfo grezzo e con l’impiego di 150 operai.
Dal 1876 al 1878 la miniera era inattiva e dopo brevi riprese dal 1886 al 1895 era nuovamente abbandonata; nel 1919 il Sindacato Miniere Sulfuree di Romagna portava avanti la gestione con il suo Direttore, Sig. Aldi e gerente il Sig. Balilla Bertozzi, nel 1923 la concessione passava alla Società Nazionale Industria Zolfi sino al 1930, anno di chiusura definitiva.