Natale Dellamore

“É la vita di quest’uomo sta tutta scritta in quegli antri profondi; quali sono le miniere di zolfo, é là che si vede scolpita la storia dei suoi trionfi, delle sue delusioni proprie a coloro che molto osano e molto giovano”.(G. Urtoller “Della vita e delle opere del conte Vincenzo Masini e di Natale Dellamore cesenati”, Cesena, 1888).

Di Natale Dellamore (Cesena, 9 dicembre 1821 – 17 febbraio 1886) va innanzi tutto ricordato che finanziò il valido progetto della linea ferroviaria Cesena-Arezzo (primi anni ’60 dell’800), purtroppo mai realizzato, che fra l’altro doveva risolvere il grosso problema del trasporto dello zolfo della valle del Savio. Egli infatti, nei primi anni post-unitari, sin dall’inizio della sua avventura nella miniera della Boratella, aveva intuito l’importanza delle strade ferrate. Nel 1865 iniziava la costruzione dell’ippoferrovia cosiddetta “Della Boratella”, unica nel suo genere (su progetto dell’ing. Sostegni), che terminava nel 1871, anche grazie ai cospicui proventi derivanti dalla vendita di diverse sue miniere. La strada ferrata collegava le tre miniere alla strada provinciale Borello – Mercato Saraceno per una lunghezza di km.4,500; il decreto ministeriale, del 5 febbraio 1873, stabiliva che il Dellamore era concessionario di una ferrovia privata di IIa categoria, che doveva servire per il solo trasporto di merci del proprietario, escludendo quindi le merci delle altre due miniere. Questo non avvenne: il Dellamore trasportava con pesanti pedaggi il minerale ed il materiale delle miniere Boratella I e II. Diverse pratiche di contenzioso furono aperte presso il Tribunale di Forlì, in particolare dall’ing. F. Kossuth per non sottostare ai continui ricatti del Dellamore.
Questa struttura, che rappresentava per le tre più importanti miniere del comprensorio cesenate l’unica via d’accesso e di collegamento alla strada provinciale Borello – Mercato Saraceno, era stata infatti un elemento di turbolenza nel mai risolto contrasto tra la Cesena Sulphur Company limited e il Dellamore, per gli esosi pedaggi richiesti. Di queste vicende sono pieni i voluminosi fascicoli degli archivi del Tribunale di Forlì e della Prefettura. Anche l’ing. Kossuth tentava tenacemente di far valere il primario diritto di garantire la sopravvivenza della più importante industria della Romagna contro i soprusi “feudali” reclamati dal cesenate Dellamore.
Particolarmente attiva inoltre fu la presenza del Dellamore nelle vicende delle lotte dei minatori comprese fra il 1870 ed il 1878. In particolare si segnala lo sciopero totale del 31 maggio 1871 alla Boratella I, in mano al Dellamore, perché la proprietà aveva arbitrariamente diminuito il salario del 10%.
Da questo fatto derivarono alcuni episodi di violenza fra cui il tentato omicidio di Terenzio Brighi che cercava di convincere alcuni lavoratori facinorosi. Il funzionamento dell’ippoferrovia sarà legato alle crisi dell’industria zolfifera della Boratella; già alla fine del secolo diversi tratti di binari saranno smantellati. Dalle parole del dipendente della Montecatini, Mazzanti Alfredo, abbiamo la testimonianza della definitiva scomparsa di questa importante opera : “..nel 1935 fui incaricato dalla Direzione della miniera di Formignano di recuperare, assieme ad altri operai, i binari della ferrovia della Boratella, che in diversi tratti non esisteva più.
Erano binari alti 10 cm., quindi molto validi, che portammo a Formignano per essere utilizzati nelle gallerie. In quel periodo era stato cambiato l’argano a Formignano, molto più potente rispetto al vecchio, che funzionava ad una velocità più elevata per cui occorrevano rotaie più solide affinché i carioli per il trasporto del minerale non deragliassero continuamente; i binari della ferrovia della Boratella facevano al caso. Non saprei dire da quanti anni la ferrovia non era più utilizzata, ma con la costruzione di una teleferica per il trasporto del materiale dai “Fondoni” alle ville di Monteiottone, di fatto la ferrovia non serviva più..”