Giuseppe Pasolini Zanelli

Giuseppe Pasolini Zanelli, figlio del conte Scipione, nacque il 13 luglio 1844, fu per due volte deputato nel collegio di Cesena, più precisamente nella XIX e XX legislatura dal 23.8.1896 al 3.6.1900, professando sempre principi liberali, in data 21.11.1901 fu senatore del regno. Non appoggiò il governo di Luigi Pelloux sul disegno di legge riguardante “le modificazioni alle leggi di pubblica sicurezza e sulla stampa”, che si proponeva di colpire in modo definitivo le libertà di stampa, di associazione e di riunione lasciando ampia facoltà di intervento alle autorità di pubblica sicurezza e portava avanti l’abolizione del diritto di sciopero per gli addetti alle ferrovie, alle poste e telegrafi prevedendone la militarizzazione. Fu appassionato cultore di studi storici faentini e romagnoli, pubblicò le seguenti opere: Gite in Romagna(Firenze 1880); Un Cavaliere di Rodi e un pittore del sec.XVI(Treviso 1893); Il teatro di Faenza dal 1788 al 1888(Faenza 1888); Giuseppe Sarti, musicista del sec.XVIII(Faenza 1888).
Nella sua villa settecentesca di Lizzano di Cesena Giosué Carducci vi passò undici soggiorni estivi, dal 1897 al 1906, e vi pensò l’ode “La chiesa di Polenta”. La moglie del conte Pasolini, contessa Silvia Baroni-Semitecolo teneva nella villa di Lizzano un salotto letterario in cui convenivano uomini illustri della Romagna come gli scrittori Nazareno Trovanelli, Antonio Messeri, Paolo Amaducci, musicisti come Balilla Pratella, Achille Turchi, Federico Sarti e cantanti come Alessandro Bonci. Il conte morì il 12 marzo 1909.La villa di Lizzano verrà destinata, dalla contessa Silvia, a preventorio antitubercolare per i bambini di Cesena. Ê Giosué Carducci a Lizzano di Cesena. Alle sue spalle il conte Pasolini Zanelli e la moglie contessa Silvia.
Da “Gite in Romagna” viene trascritto il capitolo “La Miniera di Zolfo” e l’ultima pagina del capitolo precedente. Trattasi di una testimonianza veramente importante sul duro lavoro in una miniera di zolfo della Boratella nel 1874. Le note a quanto descritto da G.Pasolini Zanelli sono ad integrazione per una migliore visione e comprensione di termini prettamente legati alla miniera. Le notizie sopra indicate le debbo, oltre che all’articolo di Umberto Foschi, “La Villa Pasolini-Zanelli a Lizzano”, pubblicato sul n.6 della rivista “La Pié “del 1965, alla passione erudita della sig.ra Emanuela Casadei della Biblioteca Malatestina di Cesena e che ringrazio sentitamente.